マッテオ・レンツィさんのインスタグラム写真 - (マッテオ・レンツィInstagram)「Il mio editoriale per Il Riformista di oggi   Tornate con la mente a cinquanta giorni fa, primo aprile. Non è un pesce. Di ritorno da una missione americana mi accingo a correre la Maratona di Milano. Ma a San Siro c’è Inter Fiorentina e vado a vedere la partita.  A sorpresa vincono i Viola, in trasferta, con un gol nella ripresa di Jack Bonaventura. La mia gioia è incontenibile e mi metto a fare quello che si fa in questi casi: prendere in giro gli amici tifosi nerazzurri. Sia di persona sia via whatsapp. E ben tre amici, tutti e tre molto conosciuti nel loro settore di competenza, mi rispondono piccati. “Senti, mi sta anche bene aver perso con voi questa partita purché serva ad esonerare l’allenatore, Simone Inzaghi. È tutta colpa sua, la squadra non va”. Perché vi racconto questo aneddoto apparentemente insignificante? Perché sono passati quasi cinquanta giorni. E l’Inter in questi cinquanta giorni non ha esonerato Inzaghi. Anzi. Inzaghi è celebrato dalla tifoseria perché ha recuperato punti e posizioni in campionato, perché ha raggiunto la finalissima di Champions contro il Manchester City e la finalissima di Coppa Italia contro la Fiorentina. I miei tre amici sono diventati fan di Inzaghi: eliminare in semifinale il Milan per loro vale quasi quando uno scudetto. Voi direte: perché questo aneddoto? Perché in questi cinquanta giorni c’è la storia della stagione interista, certo.  Ma c’è anche e soprattutto una lezione di vita, anche per i politici. Non solo per gli sportivi. -> continua su ilriformista.it o in bio」5月19日 16時02分 - matteorenzi

マッテオ・レンツィのインスタグラム(matteorenzi) - 5月19日 16時02分


Il mio editoriale per Il Riformista di oggi

Tornate con la mente a cinquanta giorni fa, primo aprile.
Non è un pesce.
Di ritorno da una missione americana mi accingo a correre la Maratona di Milano.
Ma a San Siro c’è Inter Fiorentina e vado a vedere la partita.
A sorpresa vincono i Viola, in trasferta, con un gol nella ripresa di Jack Bonaventura.
La mia gioia è incontenibile e mi metto a fare quello che si fa in questi casi: prendere in giro gli amici tifosi nerazzurri. Sia di persona sia via whatsapp.
E ben tre amici, tutti e tre molto conosciuti nel loro settore di competenza, mi rispondono piccati. “Senti, mi sta anche bene aver perso con voi questa partita purché serva ad esonerare l’allenatore, Simone Inzaghi. È tutta colpa sua, la squadra non va”.
Perché vi racconto questo aneddoto apparentemente insignificante?
Perché sono passati quasi cinquanta giorni. E l’Inter in questi cinquanta giorni non ha esonerato Inzaghi. Anzi. Inzaghi è celebrato dalla tifoseria perché ha recuperato punti e posizioni in campionato, perché ha raggiunto la finalissima di Champions contro il Manchester City e la finalissima di Coppa Italia contro la Fiorentina.
I miei tre amici sono diventati fan di Inzaghi: eliminare in semifinale il Milan per loro vale quasi quando uno scudetto.
Voi direte: perché questo aneddoto?
Perché in questi cinquanta giorni c’è la storia della stagione interista, certo.
Ma c’è anche e soprattutto una lezione di vita, anche per i politici. Non solo per gli sportivi.
-> continua su ilriformista.it o in bio


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2023/5/19

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